Breve riassunto dell’episodio precedente. Mi son vestito. – BRAVO! (Grazie!)
C’ho fatto una foto e pure un post. – BRAVO! (Grazie!)
Reduce dal clamoroso successo, a grande richiesta (mia), cce riprovo e me rivesto pure oggi. Tiè. – BR… (Grazie!)
Primo grosso dilemma estetico: il velluto a costine. Segue a dibattito. E allora, parliamone pure. Demodè, dicono i guru, come la moquette, la Multipla, i film commedia sexy anni 70 vedo-non vedo, la questione morale, la cempionz alla Juve e i blog testual-cazzari. Aehm. Coff coff.
Mi dispiace dissentire. Io sono tendenzialmente a favore: li indossi e subito t’immergono in uno stato di profondo rilassamento, come un gigantesco orsacchiotto ciccipuccioso che t’abbraccia e d’incanto ristabilisce l’ordine nel tuo tormentato universo interiore. E poi, David lo faceva pure cantare nientepopodimenoche a quella sventolona di Isabella. Quindi discorso chiuso per K.O. tecnico alla prima ripresa.
Blue Velvet – Isabella Rossellini
Perciò, eccomi pronto a indossare con fierezza non uno, ma ben due capetti costinati e d’un certo spessore. Ché fa freddo, -6 gradi centigradi nella notte, dicono i soliti pinguini ben informati.
E allora, giacca blazer blu velvet a costine Tommy Hilfiger, maglione di lana con cappuccio blu e grigio a strissie Henry Cotton’s che fa un po’ Griffyndor, pantalone azzurro scuro elettrico di velluto a costine marcati Arturo (if you get caught between the kitsch and fashion city?) e stivaletti bassi neri Marlboro Classic. Ché tanto non aspiro ad altro.
Ma io
Voglio una vita ben rilassata,
di quelle vite fatte,
fatte di Zzzz.
E quindi via, verso nuove oniriche avventure!
Stay velvet, stay fashion!