Facile, quasi scontato, pensare a questa meravigliosa e struggente canzone in questi giorni pandemici. Zio John la scrisse in un altro contesto. Lo scioglimento dei Beatles, Yoko, le conferenze stampa a letto per la pace e tutto il resto. In generale, metteva perfettamente a nudo il senso di alienazione che colpisce chi, per un motivo o l’altro (eccesso di fama o di virus) non possa uscire, fare una vita normale, per paura di essere ammazzato da un folle armato di pistola o da un pistola altrettanto folle, armato più o meno consapevolmenye di coronavirus. Concetto un po’ forzato, me lo si passi: la lucidità, in questi mesi, è quella che è. E in fondo, in quarantena ci sono dall’anno scorso. E anche prima, non è che avessi ‘sta vita sociale sfavillante.
Esticazzi, sì, lo so, ok.
Gli è che, come Zio John, anche noi siamo messi a nudo. Non rimane più nulla. Chiusi in casa. Alienati. Repressi. Spaventati. Rassegnati.
Come canta lui,
Ecco. Appunto. Allegria.